Intervista rilasciata a Fotonotiziario il 9 novembre 2007

 

Luca De Bernardis: fermiamoci a riflettere


Abbiamo colto il titolare del negozio romano Il Fuoco della fotografia, in via di Santa Maria Maggiore, in un momento di riflessione sulla situazione attuale. Ecco una tranche della conversazione
Senza biasimarsi è necessario analizzare i vari problemi che di volta in volta si presentano ed affrontarli con serenità, dove possibile sotto vari aspetti. Lo stimolo nasce dalla cronaca di questi giorni. Luca De Bernardis, titolare di Il Fuoco della fotografia, negozio nel centro di Roma, esamina la situazione attuale, che a Roma, per quanto riguarda la presenza dei punti vendita, sta diventando sempre più macroscopica. Nel giro di poco tempo sono stati aperti un po’ troppi centri commerciali alle porte di Roma. «La prospettiva di medio lungo periodo ci porta ad assistere a una desertificazione del centro cittadino, mentre alle porte della città aprono sempre più centri commerciali. Questo porta molte conseguenze analizzabili da molteplici punti di vista. Vediamole per ordine.
In termini sociali ed economici con un occhio privilegiato alla sicurezza. In una recente conferenza tenuta da confcommercio presso l’Unversità cattolica LUMSA si ragionava sul valore insostituibile dei negozi di prossimità, del fatto che spesso artigiani e commercianti rappresentano una memoria storica delle vie della città e la loro chiusura corrisponda ad autentico impoverimento del tessuto microeconomico nel quale svolgono un’importante funzione anche di controllo del territorio.
Parliamo dell'inquinamento, a prima vista l'aspetto meno toccato…
In termini di inquinamento ambientale poi non può non tenersi conto del fatto che le domeniche siano diventate una corsa esasperata allo shopping, con il risultato che quello che ci piacerebbe potesse essere un momento di riflessione e raccoglimento si trasforma in una stressante gara all’acquisto sempre più immotivata e compulsiva. Le strade di fuga dalla città nei giorni di festa sono ininterrotte file di auto con il risultato che per correre ai ripari è necessario bloccare il traffico durante la settimana, penso ai giovedì ecologici, con pesanti ripercussioni sul lavoro dei commercianti a favore dei grandi centri commerciali.
La scomparsa di Enzo Biagi ci ricorda quanto l’Umanità, nel senso latino di humanitas, delle persone dovrebbe essere il valore assoluto intorno a cui costruire una società migliore. Mi hanno in particolare colpito le parole che Biagi disse in un intervista trasmessa proprio in questi giorni di lutto sul concetto di lavoro: “Un uomo privato del lavoro è un uomo umiliato”
Non posso non riflettere sul fatto che professionisti del nostro settore, di stimata e riconosciuta professionalità, siano stati messi alla porta da aziende che fino a ieri si ritenevano intoccabili. E’ quindi inevitabile il paragone con la mia generazione, io ho 34 anni. Che prospettive possiamo avere se non di diventare meri commessi al servizio di un meccanismo discutibile come la GDO. Voglio dire, da più parti ci si stimola ad imprendere, penso con ciò al discorso del governatore Mario Draghi, ma quando mettiamo in campo le nostre forze vediamo umiliata più di una generazione, anche quella dei nostri padri. Forse il meccanismo economico messo in moto richiede uno sforzo ulteriore per non disperdere energie e competenze di inestimabile valore.
La gente passa la domenica al centro commerciale…
«E' un altro aspetto da non sottovalutare: i valori spirituali vanno completamente persi a favore di una cultura del consumo a tutti i costi. Contemporaneamente chiudono i piccoli
negozi in città. Non parlo solo dei negozi di fotografia. A me piace il latte fresco: per comprarlo devo fare venti minuti e più di coda al Supermercato od al centro commerciale.
A questo punto bisogna chiedersi se veramente vogliamo questo. Vogliamo trovarci con vie sempre più povere dei tradizionali negozi, quindi con un tessuto sociale desertificato? Vogliamo che i negozi vadano chiudendo?».
Parlavi anche dei giovani…
«Per i quali non so quale futuro si prospetta. Per chi ha 30 anni oggi vale la pena di aprire un'attività commerciale o anche questa va considerata un lavoro interinale? Ci sono forti difficoltà a investire all'inizio, ma mentre la grande distribuzione ha delle armi di difesa in mano, come la vendita sottocosto, il piccolo negozio non può permetterselo e, oltre tutto, si trova a combattere contro chi il sottocosto lo può sostenere. Cerco di spiegarmi meglio: La legge che permette le vendite sotto costo è nobile nelle intenzioni, ma raccapricciante sotto un altro punto di vista, senza parlare poi della sua applicazione. L’idea guida è di permettere alle strutture con più di 15 dipendenti di fare liquidità per pagare gli stipendi, e fin qui ci siamo. Peccato che errori continui sui volantini portino il consumatore ad associare un prezzo assurdo ad un determinato prodotto, con il risultato di mortificare pesantemente i negozi».
Dunque quali soluzioni vedi?
«Non credo che possiamo permetterci il lusso di fermarci a riflettere. Mi piacerebbe confrontarmi con il legislatore che rappresenta colui che è deputato a prendere delle decisioni e proporre soluzioni. Vorrei che si interessassero al problema del commercio anche le associazioni che lo prevedono nel loro statuto.
Sia ben chiaro però che non condanno la grande distribuzione tout court, io ne sono il primo fruitore, ma sarebbe opportuno rendere il mercato effettivamente più competitivo permettendo a tutto gli attori dello spettacolo, passatemi la metafora, di recitare la propria parte. Per fare ciò siamo tutti chiamati ad assumenci delle responsabilità, il negoziante, la GDO, i fornitori, i gestori dei siti Internet».
Come titolare di un negozio di fotografia che difficoltà stai verificando?
«Noi siamo attenti alle novità, ma penso che il bacino di utenza stia per ridursi».
L'industria inventa sempre nuovi prodotti: quando tutti avevano il cellulare ha inventato i modelli con funzioni nuove…
«Però la gente li cerca con parsimonia: mentre il telefonino ha rappresentato una vera rivoluzione culturale le ultime novità ho la sensazione che rappresentino solo il completamento di tale rivoluzione ed un conseguente affievolimento della rincorsa all'ultima novità. Non dobbiamo dimenticare che molti arrivano con troppa difficoltà a fine mese».
Che cosa potrebbe fare il piccolo negozio per proporsi in un modo diverso e, insieme, favorire il pubblico?
«Potrebbe, tra l'altro, occuparsi dello smaltimento dei rifiuti di materiali per quanto riguarda i prodotti tecnologici, diventando un punto di raccolta. Ma perché questo possa avvenire non si può prescindere dalla costruzione di impianti di selezione e smaltimento dedicati. Quindi come possiamo decidere di intervenire se non abbiamo dove indirizzar questi materiali. E poi deve proporsi come il punto vendita che risolve i problemi di assistenza: non sai quanti, dopo aver comprato presso la gdo, si chiedono dove portare a riparare l'apparecchio. Guardando i miei clienti mi sembra che stia tornando la voglia di avere un rapporto professionale con il negoziante. Torniamo sempre al solito discorso per cui per molti non è sufficiente acquistare una scatola, ma necessario qualcuno che li accompagni nella scoperta del nuovo apparecchio e li aiuti a risolvere i problemi successivi».
Un ultima riflessione.
Negli ultimi giorni mi sono domandato perché un uomo di 34 anni dovrebbe proseguire, a volte ben oltre le proprie forze, una tradizione commerciale che oggi si definisce micro. Impresa.
I motivi per cui non farlo sono molteplici ed altrettanto variegati.
I motivi per farlo sono pochi e per alcuni aspetti folli. Uno su tutti però rappresenta la stella polare delle nostre scelte. La libertà, di imprendere in questo caso.
Magari sbaglio, ma ho l’opprimente sensazione che questa rincorsa alla prestazione, al consumismo esasperato, alla grande distribuzione a tutti i costi, nella quale regnano perseguimento degli obiettivi e target di fatturato impoverisca la nostra idea di libertà.

immagini contemporanee cervini derubeis
immagini contemporanee cervini derubeis.
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Punto di svista
Venerdì 4 marzo 2011 alle ore 19.00 si inaugura alla Galleria Gallerati di Roma la mostra
Correlazioni, un progetto ideato dall’Associazione Culturale Punto di Svista e curato da Maurizio Giovanni De Bonis, Carlo Gallerati e Valentina Trisolino.
In mostra opere di Samuele Bianchi, Al fredo Covino, Pietro D’Agostino, Giovanna
Gammarota e Orith Youdovich.
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Eventi e Mostre Fotografiche


Corso di Fotogiornalismo Facolta di Scienze della Comunicazione La Sapienza via Salaria, 113 - Roma